La diagnosi psicologica è una valutazione clinica dei sintomi presentati e delle risorse individuali della persona al fine di dare un nome, una cornice di riferimento al disagio esperito. Non è un’etichetta che imprigiona ma l’inizio di un percorso di conoscenza e di crescita che libera l’individuo da parti disfunzionali di sé. Viene formulata attraverso colloqui clinici e la somministrazione ed elaborazione di test psicodiagnostici standardizzati, quest’ultimi utilizzati per arricchire ciò che viene narrato dalla persona e osservato dal terapeuta e non per categorizzare il disagio.

Mi piace l’idea di considerare la sintomatologia in un’ottica dimensionale. E’ quindi importante ricordare che ogni aspetto che può emergere dall’esito di un test va visto in relazione alla propria storia di vita e al contratto/obiettivo di terapia concordato con il terapeuta. Inoltre, una buona diagnosi serve per delineare le fasi del trattamento terapeutico.

Nello specifico utilizzo i seguenti test psicodiagnostici:

• Test di personalità (Millon)
• Test intrapsichici ed interpersonali basati sul modello dell’Analisi Transazionale
• Test cognitivi, comportamentali ed emotivi (Esame neuropsicologico breve 2, MMSE, SPMSQ, NPI, GDS ed altri) per l’anziano in condizione di fragilità.